

Come professionista della salute ritengo un obbligo da parte mia affiancare le persone verso la comprensione dei loro bisogni, che sono comunque diversi e unici per ciascuno. Ogni corpo è diverso, ed è giusto che tutti si sentano a casa nel proprio, in ascolto delle proprie emozioni, positive o negative che siano.
Qualche mese fa, seguendo un percorso di formazione, è stata detta una frase che da allora mi risuona nella testa: “Se anche tutti mangiassimo le stesse cose, nelle stesse quantità, nello stesso momento, comunque tutti avremmo un corpo diverso”.
Quanto è vero, e quanto purtroppo la società ci spinge a doverci omologare a un’ideale fisico che è tutt’altro che reale, per l’appunto.
La cultura della dieta resta un aspetto caratterizzante il nostro modo di vivere e di percepire le cose sin da bambini/e. Cresciamo con il pensiero che ci sia il corpo giusto e quello sbagliato, il cibo da scegliere e quello sul quale mettere una croce, quello che se lo mangi poi ti senti in colpa.
La paura di fondo nella maggior parte dei casi è sempre quella: ingrassare.
La risposta è quasi sempre la stessa: togliere i carboidrati.
Ci sarebbero tante cose da dire a riguardo, ma oggi mi voglio focalizzare insieme a voi sul motivo per cui eliminarli dalla tavola non permetterà di dare al vostro corpo quello che realmente chiede, a meno che voi non spegniate il segnale forte e chiaro che cercherà di mandarvi.
Quando si parla di carboidrati, si parla di necessarietà. Il nostro corpo ha bisogno di energia per gli impegni che tutti i giorni ci ritroviamo ad affrontare, da quando ci alziamo a quando ci corichiamo la sera.
Chi ci fornisce grande parte di questa energia? I carboidrati. E se si pensa che alcuni organi, tra cui il cervello e i globuli rossi, ricavano la loro energia esclusivamente dal glucosio, ovvero ciò che si ottiene dalla digestione degli amidi contenuti nei carboidrati, il cerchio si chiude.
Vi potranno dire che il glucosio ce lo possiamo formare da soli anche a partire da proteine e grassi. Vero, ma questi andrebbero incontro a processi che vanno oltre quello per cui sono nati, finendo per svolgere un compito che a loro non spetterebbe. È un po’ come quando ci si rivolge a un medico non specializzato nella nutrizione per affrontare un percorso legato a tale ambito. Siamo sicuri sia la cosa migliore? Credo che la risposta venga da sé.
Se togliessimo i carboidrati dalla nostra alimentazione? Sono soprattutto loro a fornire energia, sazietà, soddisfazione. Se li togliamo, sentiremo fame. E il nostro cervello, quando sente fame, pensa e chiama cibo. Nascerebbero un disagio e un pensiero di paura nei confronti dei carboidrati: privazione e schemi rigidi allontanano dal benessere, quello vero.
Per questo la soluzione non è toglierli, ma consumarli in modo adeguato. Adeguato rispetto a cosa? Alle vostre esigenze personali e diverse, nella libertà di scegliere a seconda della vostra idea di star bene.
Oggi, ad esempio, voglio lasciarvi una ricetta semplice, di quelle che mi scaldano il cuore perché mi ricordano il sugo buono di nonna, quello con tanto basilico, come lo faceva lei.
È una pasta alla puttanesca a modo mio (o meglio, a modo di mia nonna!), ma per prepararla ho scelto un cereale speciale: il farro monococco della linea Etichetta Bio di Sgambaro, per me oramai una certezza da anni in cucina. Grata di scegliere un prodotto italiano, buono da mangiare e ricco di valori. Il farro monococco inoltre è il classico esempio di cereale antico, il primo a essere coltivato e utilizzato dall’uomo. Si tratta di una specie tipicamente mediterranea che Sgambaro raccoglie in Toscana e nelle Marche dai suoi agricoltori selezionati in oltre 20 anni di produzione biologica.
Dal farro monococco sono originati gran parte dei frumenti oggi conosciuti e per questo viene spesso chiamato “il padre di tutti i frumenti”. Buono anche al gusto, è particolarmente ricco di antiossidanti, carotenoidi (tra cui il beta-carotene, precursore della vitamina A) e tocoferoli (vitamina E), ha infine un ottimo contenuto proteico e di microelementi (ferro, zinco, magnesio, fosforo, potassio, ecc.).
Ingredienti per due persone
Penne di farro monococco Sgambaro Etichetta Bio
Pomodorini gialli e rossi
300g di passata di pomodoro
Basilico (tanto)
1 manciata di olive verdi
Mezza cipolla
Sale
Peperoncino in fiocchi (o secco)
Olio evo

Procedimento
In una padella rosolate la cipolla con un filo di olio, aggiungete i pomodorini tagliati e mescolate. Lasciate andare qualche minuto e aggiungete la passata, le olive tagliate, il basilico, il sale e il peperoncino. Coprite e cuocete a fiamma medio/bassa fino a quando il sugo non sarà ben amalgamato e addensato.
Nel mentre, portate a bollore l’acqua, salate e buttate le Penne. In sei minuti sarà pronta per essere scolata, versata in padella e mescolata prima di servirla con una spolverata di parmigiano (anche vegetale) se gradito.

Elena Mazzetto
Laureata in dietistica presso l’Università di Padova
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